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Un canto notturno di rara e commovente bellezza…
– Simona Lo Iacono
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Questo libro ci piace perché…
La parola alla critica e ai lettori
“Bravissima…”
Un canto notturno di rara e commovente bellezza. Bravissima…
– Simona Lo Iacono
“Molto bello e coinvolgente”
L’ho letto tutto d’un fiato, è molto bello e coinvolgente.
– Grazia N.
“Necessario”
Fresco, meditato, necessario. Brava.
– Maria Lenti
“Scritto divinamente”
Molto tenero e molto malinconico, scritto divinamente. Mi ha fatto molto riflettere, sul valore della vita, dei rapporti umani.
– Salvo Zappulla
“Raffinata”
Una scrittura raffinata.
– Narda Fattori
“Asciutto ma poetico”
Linguaggio asciutto ma poetico che tratta argomenti complessi su cui abbandonarsi e riflettere. Brava.
– Morena Fanti
“Si sente che c’è dietro un rapporto sincero con il tema trattato”
Bellissimo il racconto Una notte di coprifuoco. Si percepisce il senso di strazio di ogni guerra, di ogni uomo-contro-uomo, nell’accanimento bestiale che strappa la dignità e censura ogni emozione. Mi colpisce molto questo senso di gelo che permea il brano, questa distanza tra le cose, le persone, i luoghi. Si sente che c’è dietro un rapporto sincero con il tema trattato.
– Luigi La Rosa
“La scrittura veloce e asciutta è un raro dono”
Con incisività ed eleganza sa trasformare la sofferenza del singolo in sofferenza, composta e dignitosa, dell’umanità intera. La scrittura veloce e asciutta è un raro dono. Riesce a esprimere temi tanto cupi, pur senza mai scadere di tono (come purtroppo oggi, invece, sempre più spesso accade). In Una notte di coprifuoco con efficaci pennellate ci ritroviamo trascinati a partecipare di quella “fame di vivere” così viva e impellente in chiunque si trovi in vero pericolo. Si respira un’atmosfera densa di patemi e di attaccamento struggente alla vita, fino ad approdare oltre la disperazione a un “guscio” d’inaspettata speranza: la “Scala Santa” vuol forse indicarci l’unica salda via di salvezza? Sembra proprio un intervento salvifico, miracoloso. Metafora che ci suggerisce l’unica via d’ascesa, l’unico possibile di riparo, l’unico sicuro rifugio ove attendere fiduciosi che passino i momenti di angosciose intemperie della vita. Ieri come oggi.
– Elvira Siringo
“Raggiunge corde profonde e, come sempre nella scrittura di questa autrice, si eleva a poesia”
La tenda verde è un racconto bellissimo che raggiunge corde profonde e, come sempre nella scrittura di questa autrice, si eleva a poesia. Ho apprezzato il realismo delle descrizioni e quella tenda trasformata in materasso, in guscio accogliente e riparatore ai mali del vivere forse metafora di un futuro migliore. Complimenti.
– Delia Morea
“Ringrazio l’autrice per averlo scritto, la ringrazio per la sua profonda sensibilità”
Mi ha colpito profondamente il racconto Non domerà la bestia chi ne imita il verso. È un racconto di una malinconia metafisica, un testo molto profondo. E anche originale nel porgersi sotto forma di lettera immaginaria tra due studentesse universitarie, quindi due ventenni o poco più, che si trovano davanti al primo grande mistero, probabilmente, della loro vita. Un evento misterioso come la scomparsa del loro professore apre spiragli d’inquietudine e di riflessione in esistenze giovani tutte proiettate in avanti, a costruire ponti di gioia futura… e invece ecco il primo contraccolpo, il retrogusto amaro che tante volte ha la vita, ma è un’occasione unica per fare un balzo più grande, dentro la vita adulta e le sue consapevolezze…. Ringrazio l’autrice per averlo scritto, la ringrazio per la sua profonda sensibilità. La possiede come donna e sa esprimerla meravigliosamente anche come artista.
– Claudia D.B.
“Molto delicato”
Molto delicato, sulla crudeltà sottile dell’abbandono e la permanenza ineludibile dell’affetto…
– Giulia Ghini
“Ne sono rimasta catturata e me lo porto addosso”
Non domerà la bestia chi ne imita il verso è un racconto dove l’inutilità delle parole viene smentita dalla sua stessa scrittura. È vero, siamo nessuno e viviamo dentro un’incognita e non ci è chiaro quello che siamo e quello che le circostanze ci hanno fatto diventare. La scelta estrema del Professore, abdicare alla vita e alle parole, è l’estremo tentativo di ritornare alla purezza creatrice della parola, quella che crea. È un racconto profondo, di alta tensione filosofica. Ne sono rimasta catturata e me lo porto addosso.
– Narda Fattori
“Mi commuove questa umiltà delle cose, questo loro parlare segreto, incondizionato, al cuore dell’uomo”
Bellissimo tutto il mistero dell’esistenza travasato in un segno. Bellissima l’idea di un oggetto umile che si fa spartiacque tra la vita e la morte, che limita confini, che si erge a soglia e sentinella di un valico. Di un passaggio. Mi commuove questa umiltà delle cose, questo loro parlare segreto, incondizionato, al cuore dell’uomo. Bravissima Maria Amata Di Lorenzo, bravissima per questo sguardo che sa raccogliere voci, che sa catturare segnali e che non altera il destino ma lo adempie…
– Simona Lo Iacono